Drenaggio dopo mastoplastica

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Il drenaggio dopo la mastoplastica, che sia additiva, riduttiva o di sollevamento, è una questione abbastanza discussa che, spesso, divide i chirurghi.
In realtà, io credo che non si possa prendere una posizione netta. In base all’intervento, alla paziente, alle protesi e ad altri fattori che possono sorgere in fase operatoria, valuto caso per caso se sia necessario inserire il drenaggio o se lo si possa evitare.
Infatti, sebbene questo dispositivo abbia diversi vantaggi, presenta anche alcuni svantaggi.
Tuttavia, in questo articolo andiamo a capire quando è il caso di inserire il drenaggio dopo la mastoplastica, cos’è ed eventuali pro e contro. 

Il drenaggio

Il drenaggio, quando si tratta di mastoplastica, permette la fuoriuscita di sostanze come liquidi, sangue o siero, che potrebbero altrimenti accumularsi all’interno del seno.
Esistono diversi tipi di drenaggi: quello per la mastoplastica prevede l’inserimento di un’estremità di un tubicino di silicone all’interno della ferita. L’altra, invece, viene collegata a un contenitore apposito in cui si andranno via via ad accumulare sangue e siero in eccesso.
Questo meccanismo permette la fuoriuscita dei liquidi dalla zona operata evitando infezioni o particolari complicanze.
Ma analizziamo quando è necessario e quando è possibile farne a meno.

Quando è necessario?

In visita di consulto, quando si definisce l’intervento e il post intervento, spiego sempre alle mie pazienti che il drenaggio non va messo sempre; farlo, in molti casi, sarebbe sbagliato.
In linea di massima, anche in base alla mia esperienza, il drenaggio non è necessario,  soprattutto se si tratta di una mastoplastica additiva primaria.
Se la paziente non ha mai fatto un intervento di mastoplastica additiva e si sottopone a questa operazione per la prima volta, nel 99% dei casi il drenaggio non è necessario.

Se invece parliamo di pazienti che si sottopongono a un intervento di sostituzione delle protesi, il drenaggio è più frequente.
Per quanto riguarda invece gli interventi di mastopessi e di mastoplastica riduttiva, tendo a utilizzarlo più spesso, specialmente se i seni di partenza sono molto abbondanti.
In questi casi, in base alla situazione valuto se è necessario o meno, anche se per la metà delle pazienti risulta fondamentale per assicurare una corretta guarigione del seno.

I vantaggi del drenaggio

Il vantaggio principale di un drenaggio è che permette di controllare diversi fattori ed elementi utili a comprendere se il seno sta guarendo nel modo corretto.
Infatti, inserire il drenaggio facilita la fuoriuscita dei liquidi, evita l’accumulo di raccolte di sangue e favorisce l’emostasi, ossia l’arresto di eventuali emorragie.

Inoltre, consente di proteggere i punti di sutura e soprattutto di osservare e quantificare la quantità di sostanze drenate.
Non drenare quando ce n’è bisogno può causare diverse problematiche, oltre che far gonfiare eccessivamente il seno e rallentare tutti i processi di guarigione.

Gli svantaggi del drenaggio

Per quanto possa avere incredibili vantaggi, non dimentichiamoci che il drenaggio è pur sempre un corpo estraneo per l’organismo che quindi può dare fastidio al seno e alle protesi. In alcuni casi può innalzare il rischio di contrattura capsulare nel tempo, il che renderebbe la protesi molto più dura. 
In più, il tubicino di silicone potrebbe dare luogo a delle infiammazioni e a delle irritazioni; se non è inserito correttamente, inoltre, il drenaggio è una delle cause più comuni di infezione, perchè a contatto con altri corpi esterni.

Se valuto che il drenaggio sia necessario, la durata del ricovero non sarà assolutamente più lunga. Le pazienti a cui inserisco il drenaggio le trattengo una notte in clinica, cioè esattamente lo stesso tempo di permanenze delle pazienti in cui non viene utilizzato il drenaggio. Nella quasi totalità dei casi il drenaggio viene quindi rimosso prima di andare a casa, il giorno dopo l’operazione.

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