I falsi miti sulla mastoplastica additiva

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Oggi, vorrei trattare quelli che sono i falsi miti sulla mastoplastica additiva perché su questo intervento se ne sentono di tutti i colori: dalle protesi che scoppiano in aereo al seno freddo dopo l’operazione.

Si tratta per lo più di dicerie che, però, in alcuni casi frenano le pazienti nel sottoporsi a un intervento al seno. Ecco quindi che voglio argomentare le più comuni e spiegarvi perché sono false. 

Le protesi esplodono in aereo

“Le tette rifatte esplodono in aereo” 
Questa è forse una delle affermazioni più false ma soprattutto divertenti che io abbia mai sentito. 
Le protesi, prima di essere messe in commercio, vengono sottoposte a diversi test, che ne verifichino la resistenza a ogni tipo di urto, pressione o temperatura.
In tutto ciò va anche ricordato che tutte le cabine degli aerei mantengono durante tutto il viaggio una pressione costante, più o meno uguale a quella che si trova a terra.

Le protesi sono totalmente sicure e, se proprio questa diceria fosse vera, prima di salire su una aereo, le compagnie aeree non farebbero salire le donne che si sono sottoposte all’intervento al seno.

Il seno rifatto è freddo

Questa è uno dei falsi miti sulla mastoplastica additiva più diffusi ed è forse una delle obiezioni che mi vengono fatte più spesso in fase di consulto.
Voglio quindi spiegarvi il motivo per cui è falsa: le protesi vengono posizionate parzialmente sotto il muscolo del gran pettorale e quindi riscaldate dal sangue e dai tessuti che le avvolgono.

Quindi, nonostante le protesi siano costituite da gel in silicone (un materiale freddo), la loro posizione permette al seno di risultare comunque caldo al tatto. 
Solamente in alcuni casi si possono verificare lievi alterazioni della vascolarizzazione del seno, che potrebbero causare momentaneamente delle variazioni delle temperature.

In qualsiasi caso, se mai dovesse capitare, è una condizione che interessa solamente il primissimo periodo post operatorio e che è quindi destinata a scomparire nell’arco di qualche settimana.

Per cui, in genere, se l’intervento è eseguito in modo corretto, il seno rifatto seguendo le importantissime regole dell’armonia e della proiezione, non è freddo: ha la stessa identica temperatura di un seno che non ha le protesi mammarie. 

Con il seno rifatto non si può allattare

Questo argomento l’ho trattato ampiamente in un altro articolo, che puoi leggere qui.

Cerco però di fare qui un riassunto dell’intero articolo: rifarsi il seno non preclude la possibilità di allattare. 
In effetti, la protesi non viene mai posizionata tra la ghiandola e il capezzolo, proprio per permettere la fuoriuscita del latte. Ciò significa che una donna che ha delle protesi può allattare senza problemi.

Chiaramente, sarebbe meglio aspettare di sottoporsi all’intervento se si sta programmando di rimanere incinta. Tuttavia, se capitasse dopo l’operazione non ci sarebbe alcun problema.
L’unico consiglio che do alle mie pazienti è quello di aspettare ad allattare fino a che il seno non sarà guarito e sgonfiato completamente. 

Non si può fare la mammografia con le protesi

Questa è una delle convinzioni più errate che si possano sentire perché le protesi non sono assolutamente un impedimento per la mammografia. 

Esattamente allo stesso modo delle donne che non hanno protesi, i migliori metodi per indagare su eventuali carcinomi, quando ci sono degli impianti mammari, sono la risonanza magnetica, l’ecografia e la mammografia.
La protesi infatti NON riduce  la visibilità del tessuto ghiandolare.
Se sei interessato, puoi approfondire l’argomento qui.

Le protesi causano tumori al seno

Su questo argomento potrei scrivere pagine intere perché ci sono molte opinioni e molte dicerie a riguardo.
Allora, facciamo una precisazione: le protesi potrebbero causare tumori al seno quando sono di scarsa qualità.
Fino a qualche anno fa, infatti, venivano utilizzate da alcuni chirurghi le protesi PIP, prodotte da un’azienda francese che ora non esiste più. Questi impianti erano realizzati con silicone scadente non certificato che presentava un elevato rischio di rottura. Di fatto, il Sistema Sanitario nazionale ha autorizzato l’espianto di queste protesi a spese proprie.

Oggi la situazione è ben diversa: le protesi sono ultra certificate e sicure, motivo per cui è praticamente impossibile che causino un tumore al seno. 
Infatti, nonostante alcune ricerche dimostrino che le donne portatrici delle protesi testurizzate (non più in commercio) siano state esposte a un raro tipo di linfoma, si parla di meno di 100 casi nel mondo – a fronte degli oltre 57.000 interventi eseguiti solo in Italia in un anno.


Dunque, questo presunto legame è molto sottile, oltre che ancora da chiarire in maniera certa. 

Il seno rifatto galleggia in acqua

Che il seno rifatto galleggi in acqua è assolutamente una fake news, paragonabile a quella delle tette che esplodono in aereo.

Se così fosse, infatti, nessuna donna con il seno rifatto potrebbe nuotare comodamente né tantomeno fare immersioni subacquee. 
State tranquille: nessun “effetto boa” per le donne che si sono sottoposte alla mastoplastica additiva.

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