Quando si decide di eseguire un intervento, si nutrono spesso forti dubbi e preoccupazioni legati a forma, dimensione e tipo di protesi al seno.
Iniziamo con il fare un po’ di chiarezza. Esistono due diverse generazioni di protesi e possono essere distinte usando come punto di riferimento gli anni 2000. Quelle di vecchia generazione, utilizzate fino alla fine degli anni ’90, erano formate da un silicone meno denso e non coesivo: in caso rottura causata da un trauma o da deterioramento della protesi, c’era un rischio maggiore di infiammazione dei tessuti.
Quelle di nuova generazione invece sono formate da gel di silicone coesivo, cioè un materiale molto uniforme che evita dispersioni in caso di rottura della protesi e, di conseguenza, infiammazioni.
Tipi di protesi al seno
Prima di vedere quali siano i diversi tipi di protesi attualmente in uso e le loro caratteristiche, è utile sottolineare come non ci sia una protesi ideale e universalmente giusta. Ogni caso va preso singolarmente, tenendo presente la fisicità, le abitudini quotidiane e il periodo della vita della persona. Ecco perchè affidarsi a un medico esperto, oltre che essere sinonimo di qualità e sicurezza, determina la bellezza e la riuscita dell’intervento.
Inoltre, spesso mi vengono poste preoccupazioni e domande in merito al prezzo delle protesi e degli interventi. Gran parte delle volte, se non tutte, prezzi troppo bassi equivalgono a scarsa qualità; ecco perchè sapere quali siano i fattori che incidono sul prezzo può aiutare nella scelta .
Protesi a goccia
Le protesi a goccia, conosciute anche come anatomiche, sono particolarmente indicate per chi vuole un risultato più naturale. Grazie a questa loro caratteristica, sono molto richieste e sempre più case le producono: garantiscono risultati ottimali; nelle mani di un chirurgo specializzato in chirurgia del seno poi, il rischio di rotazione della protesi è sostanzialmente nullo.
Protesi rotonde
Questo tipo di protesi permette di avere il famoso “effetto push-up” ricercato da molte donne. Le protesi rotonde, infatti, rendono il seno maggiormente pieno e voluminoso nella parte superiore.
Protesi b-lite
Si tratta di protesi di ultima generazione studiate per rispondere alle esigenze di molte donne. Rispetto agli impianti tradizionali, sono rivestite in gel di silicone e sono più leggere del 30%. Questo ha numerosi vantaggi: il primo tra tutti è un seno più leggero che permette una maggior facilità nei movimenti quotidiani e sportivi. Inoltre garantiscono risultati più stabili nel tempo e una rapida ripresa.
Come scegliere le protesi
Partiamo da un concetto che può sembrare banale e scontato, ma è fondamentale: non esiste una protesi ideale e perfetta per ogni situazione. Vi faccio qualche esempio.
Se ho una paziente che ha dei fianchi importanti, opterò per delle protesi leggermente più grandi in modo da evidenziarli di meno e viceversa. Allo stesso modo, se c’è un caso in cui è presente un seno distanziato l’uno con l’altro, la scelta cadrà su protesi più larghe, in modo da cercare di avvicinare i seni senza esaltare il distanziamento.
Per questo è sempre importante guardare al contesto in cui si opera, considerando la fisionomia della persona, il suo stile di vita e il momento in cui si vuole effettuare l’intervento.
Durata delle protesi al seno
“Le protesi hanno una data di scadenza?”.
È questa una delle domande che mi viene maggiormente posta. Come accennato all’inizio di questo articolo, esistono due diverse generazioni di protesi. Fino agli anni ’90 veniva usato un gel non coesivo e, in caso di rottura, c’era un’alta probabilità di infiammare i tessuti circostanti. Per questa ragione, era decisamente consigliata la sostituzione dopo 10 anni.
Fortunatamente dagli anni 2000 la situazione è fortemente cambiata: le protesi usate oggi sono formate da un silicone altamente coesivo. Durano per tutta la vita e non è necessario cambiarle se non in caso di rottura, condizione che, però, si può verificare solo in seguito a un trauma. Quindi capita molto più di frequente sostituire una protesi perché è cambiata la forma del seno, piuttosto che per problemi legati alla protesi stessa.
Scadenza delle protesi
A questo punto è necessario fare ancora un paio di considerazioni: la protesi ed il seno stesso durante il corso degli anni vanno in corso a un cambiamento naturale. Per questa ragione consiglio sempre di tenere sotto controllo la situazione con visite periodiche ed esami come l’ecografia del seno.
Un’altra cosa da tener presente è il momento della vita in cui si pianifica una chirurgia: pazienti molto giovani che vanno incontro ad un intervento come la mastoplastica additiva per aumentare la taglia, si troveranno con qualche possibilità di dover a sostituire le protesi al seno a causa di una gravidanza o di cambiamenti ormonali nel corpo. Chi si sottopone all’intervento in età più avanzata invece, per intenderci quando non subirà più grossi cambiamenti del corpo, avrà maggior sicurezza di tenere le stesse protesi per tutta la vita.
Attenzione però! Non tutti i chirurghi hanno smesso di usare le protesi di vecchia generazione: in caso di dubbi non c’è nulla di più semplice che chiedere ed informarsi.
Sostituzione e rimozione delle protesi
Con le protesi di ultima generazione quindi, nessuna donna è obbligata a cambiarle; è più una questione legata alla forma del proprio seno: se resta stabile le protesi si tengono, se cambia o scende verso il basso o si volesse cambiare la dimensione, si pianifica una sostituzione.
Ci sono poi casi in cui si sceglie di rimuoverle: per evitare un effetto sgonfio e cadente, si possono valutare soluzioni come la mastopessi o il lipofilling, in grado di mantenere un bell’aspetto anche dopo.
Seno rifatto al tatto
Se improvvisamente doveste sentire qualcosa nella parte bassa del seno in seguito a un impianto di protesi non c’è da allarmarsi. Molto probabilmente si tratta del bordo della protesi, ma per essere maggiormente sicuri e tranquilli si può effettuare una visita di controllo.
A che cosa è dovuto? I tessuti del seno, soprattutto nella parte inferiore, sono molto sottili, in particolare modo in chi si sottopone a un intervento di mastoplastica additiva o di mastopessi.
Solitamente è una condizione che non si manifesta nelle settimane immediatamente successive all’intervento, bensì dopo qualche mese: pian piano i tessuti si sgonfiano e tornano alla normalità, facendo riacquisire sensibilità
Protesi al seno problemi e soluzioni
Che cosa si può fare? La prima cosa da fare è avere molta pazienza: infatti la maggior parte delle volte dopo qualche settimana la capsula che circonda la protesi al seno si inspessisce; facendolo crea una barriera che riduce nettamente quella sensazione al tatto. Se questo non dovesse succedere, si potrebbe valutare di associare una procedura abbastanza leggera chiamata lipofilling : consiste nel prendere un po’ di tessuto adiposo da un’altra parte del corpo e impiantarlo nella parte bassa del seno. Questa tecnica si chiama “mastoplastica additiva ibrida”, proprio perché si va ad aumentare il seno un po’ con la protesi e un po’ con il tessuto adiposo e aiuta molto a non sentire la protesi nella parte bassa del seno.
Ad ogni modo anche se non si intervenisse in alcun modo la situazione non peggiorerebbe e non ci sarebbero rischi. Gli unici consigli per chi sta decidendo se sottoporsi a un intervento o meno sono due: il primo è scegliere una protesi non troppo grande. Questo perchè più la protesi ha dimensioni contenute, meno è frequente che si possa sentire con le mani il bordo. Se poi state pianificando una gravidanza, aspettate: con l’attesa e l’allattamento il corpo subisce grandi cambiamenti che potrebbero incidere sul risultato finale.