La rinoplastica è uno degli interventi di chirurgia plastica più eseguiti. Ma cosa spinge l’uomo e la donna a rifarsi il naso, affrontando costi non indifferenti e vincendo la paura della sala operatoria? Se l’estetica del viso è la motivazione princeps, è altrettanto determinante la presenza di deformazioni dovute a traumi e a patologie acquisite o congenite che influiscono sulla sua funzionalità. Incidenti domestici come cadute e urti, incidenti sulle strade o traumi inerenti alla disciplina sportiva svolta (pugilato, atletica, equitazione e altri ancora) sono frequenti e hanno bisogno di un intervento urgente.
Quale compito svolge il naso?
Introdurre l’aria attraverso le cavità nasali e i seni paranasali
e sottoporla a filtrazione, umidificazione e riscaldamento prima che acceda ai bronchi e ai polmoni. Inoltre, seleziona gli odori, stimola il gusto
e contribuisce alla corretta fonazione.
La chirurgia del naso non elimina soltanto i difetti estetici come il gibbo, le deformazioni e depressioni del dorso o gli inestetismi della punta e delle narici, ma cura patologie come il setto e/o il dorso deviato che disturbano la respirazione. Il setto nasale deviato ritrova la funzionalità ottimale e un aspetto esteticamente soddisfacente con la rinosettoplastica.
Chi decide se un naso è brutto e sgradevole?
I canoni della bellezza sono variabili e, a volte, discutibili. Una piramide nasale importante ha caratterizzato profili famosi della cultura e della storia: Cleopatra, Dante, Carlomagno sono protagonisti del loro tempo malgrado la forma del naso e così altri personaggi che la natura ha dotato di un naso aquilino, torto, convesso (naso romano) o alla greca.
Nel mondo dello spettacolo si notano due scuole di pensiero. Il naso è bello quando è piccolo, diritto e affilato: Anne Hathaway, Cameron Diaz, Keira Knightley e Tom Cruise hanno scelto di rifarsi il naso anche se i difetti erano minimi e non intaccavano il loro indiscutibile fascino. All’opposto troviamo Barbra Streisand, Sarah Jessica Parker, Uma Thurman e Owen Wilson che non modificano il naso perché comunica simpatia e una spiccata personalità.
Il numero di coloro che considerano il proprio naso brutto o deturpante è notevole. Al viso ed all’aspetto fisico si imputano i fallimenti nella vita lavorativa e nei rapporti interpersonali: di conseguenza, il confine tra psicologia e chirurgia plastica si annulla. Il chirurgo deve saper ascoltare e interpretare i bisogni e le aspettative del paziente con rispetto e dedizione. L’esperienza professionale si unisce alla personale sensibilità estetica ed artistica nel consigliare l’intervento adatto alla morfologia del viso. Armonia ed equilibrio delle parti sono i parametri che guidano nella correzione dei diversi gradi di deformità e asimmetria.
Un naso lungo, a sella, con gibbo, a punta larga o bifida e con narici larghe si rimodella con la rinoplastica chiusa (incisioni nelle fosse nasali) o aperta (incisione nella columella, il segmento di cartilagine che separa le narici).
Nei casi di imperfezioni lievi, la tecnica suggerita dallo specialista è la rinoplastica mini invasiva o la rinoplastica non chirurgica che utilizza filler riassorbibili e l’acido ialuronico.
Se dopo la plastica al naso, il risultato non corrisponde ai desideri del paziente per motivi estetici e funzionali o per ulteriori traumi, il chirurgo plastico interverrà con una seconda rinoplastica. L’intervento prevede, inoltre, l’eliminazione delle ipertrofie fibrose e delle cicatrici frutto di precedenti interventi.
È indispensabile la scelta del chirurgo plastico esperto, diffidando di chi promette la perfezione a costi irrisori, ma cercando il miglior specialista per la rinoplastica: il prezzo dell’intervento è determinato, infatti, dalla presenza in sala operatoria dell’anestesista e del personale sanitario che utilizzano tecnologie all’avanguardia. Il periodo ideale in cui effettuare l’intervento? Tutto l’anno.