Il rippling del seno è una delle possibili complicanze dell’intervento di mastoplastica additiva, consiste nell’intravedere sotto la pelle mammaria le pieghette della protesi.
A tutte le mie pazienti, spiego sempre che l’intervento al seno sia un’operazione molto delicata, proprio per questo motivo richiede esperienza e competenza elevata. Il ruolo di un bravo chirurgo non è solo quello di realizzare i desideri che le donne richiedono, ma anche cercare di evitare il più possibile eventuali complicanze.
Il rippling, di fatto, è una situazione alquanto rara ma è sempre un possibile effetto collaterale dell’intervento. Cerchiamo di capire bene quali siano le cause che portano a questo problema, come evitarlo fin dal principio e quali sono le soluzioni per rimediare qualora il danno fosse ormai fatto.
Le cause del rippling
Prima di analizzare le cause è indispensabile distinguere un rippling che è presente subito dopo l’intervento da uno che si manifesta a mesi o anni di distanza. .
Se il rippling è immediato non bisogna preoccuparsi perché, molto probabilmente, è dovuto all’assestamento inziale delle protesi. In questa situazione, infatti, rassicuro sempre le mie pazienti perché i piccoli avvallamenti scompaiono naturalmente dopo pochi mesi.
Quando il rippling si manifesta a distanza di qualche tempo dall’intervento, invece, è molto probabile che la causa sia differente.
Da sempre, ripeto che la mastoplastica deve rispettare le naturali proporzioni del corpo di ogni donna affinchè il risultato finale possa essere armonioso. Infatti se si scelgono delle protesi eccessivamente grandi, i tessuti mammari potrebbero non ricoprirle le protesi per intero e si potrebbe quindi presentare un effetto collaterale come il rippling.
Infine, quando pieghe ed ondulazioni della protesi compaiono a distanza di anni dall’operazione, la causa potrebbe essere dovuta ad un cambiamento della consistenza della protesi oppure ad un assottigliamento dei tessuti del seno.
Nel primo caso, il mio consiglio è quello di eseguire un’ecografia mammaria e quindi eventualmente valutare un intervento di sostituzione dell’impianto; nel secondo cos, invece, bisognerà cercare di recuperare la naturale compattezza dei tessuti e probabilmente sarà sufficiente riprendere qualche chilo perso.
Dobbiamo considerare infatti che il risultato finale di un intervento al seno dipenda in gran parte da come reagiscono i tessuti mammari. Se questi diventano troppo sottili o, fin dall’inizio, non coprono per intero tutta la protesi, questa potrebbe diventare evidente e intravedersi attraverso la pelle.
Come evitare il rippling del seno
In base alla mia esperienza, per evitare il rippling è importante scegliere con attenzione la protesi da utilizzare e la corretta tecnica chirurgica. Molti chirurghi, purtroppo, non hanno sufficiente esperienza e non considerano alcuni aspetti fondamentali di questa delicata chirurgia.
Per evitare il rippling, ad esempio, è necessario scegliere con la massima attenzione la protesi da utilizzare e progettare nel dettaglio ogni fase dell’operazione considerando i tessuti di partenza della paziente.
Nella maggior parte dei casi la scelta di una tecnica dual plane in combinazione ala forma anatomica dell’impianto permette di ottenere splendidi risultati e di ripettare la naturalezza dei tessuti.
Utilizzando questa tecnica è possibile ottenere un duplice vantaggio:
- La protesi è coperta per intero dai tessuti che la circondano nella sua porzione inferiore;
- L’impianto superiormente è posizionato sotto al muscolo, sotto al quale non sarà possibile intravedere alcuna piega.
Tutte le valutazioni andranno fatte prima dell’operazione e se quindi il seno viene rifatto bene, la possibilità di sviluppare complicazioni sarà molto vicina allo zero e il risultato sarà molto naturale e armonioso.
Come si può rimediare?
Nel caso però in cui il rippling si sia già presentato e quindi sia necessario rimediare, sono almeno due soluzioni da poter considerare: un intervento per sostituire le protesi oppure ispessire i tessuti del seno con il trapianto di tessuto adiposo.
Fortunatamente nella maggior parte dei casi le imperfezioni possono essere corrette con la tecnica del lipofilling che consiste in un autotrapianto del proprio grasso.
Il grasso autologo, infatti, è in grado di rigenerare e ristrutturare i tessuti mammari, così che questi possano coprire per intero la superficie della protesi e rendere meno evidenti pieghe o ondulazioni visibili
Il lipofilling è una tecnica che prevede l’utilizzo dei propri tessuti, quindi materiale al 100% biocompatibile che comporta alcun effetto collaterale o controindicazione, né a breve né a lungo termine.