Seno duro dopo la mastoplastica additiva

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Avvertire il seno duro dopo la mastoplastica additiva potrebbe essere indice di iniziale contrattura capsulare fibrosa, una complicanza molto temibile ma anche molto rara.

Infatti, questa situazione si verifica in una percentuale di casi molti bassa, che non raggiunge il 3%. Purtroppo, a scaternare questa reazione dei tessuti non è mai una causa specifica, ma un insieme di fattori che, a lungo andare, potrebbero infiammare l’area.

Va detto, infatti, che le protesi mammarie hanno una garanzia specifica in caso di contrattura capsulare. In effetti, molte case produttrici, qualora si verificasse, assicurano un rimborso economico o la sostituzione delle protesi. 

Va comunque sottolineato che esistono diversi gradi di contrattura capsulare ma non tutti richiedono un nuovo intervento. Cerchiamo quindi di analizzare meglio questa complicanza.

Contrattura capsulare o rippling?

Mi capita spesso di leggere articoli o forum in cui c’è confusione tra contrattura capsulare e il rippling, ma si tratta di due cose diverse. La contrattura capsulare è un’infiammazione dei tessuti per cui il seno potrebbe anche presentarsi molto duro, deforme e dolorante; il rippling invece consiste nell’intravedere sotto la pelle mammaria le pieghette della protesi. 

In questo articolo vorrei concentrarmi solamente sulla prima situazione, anche perchè solitamente è quella che preoccupa maggiormente le pazienti.

Avere il seno duro dopo la mastoplastica additiva è una condizione che può verificarsi in modo diverso a seconda dell’entità della contrattura, classificata da Baker secondo una scala di quattro gradi:

  • I Grado : assenza di contrattura, la protesi non si vede né si avverte al tatto; 
  • II Grado: il seno, dopo l’operazione, si presenta meno morbido, ma non crea fastidio nè dolori;
  • III e IV Grado: la protesi inizia a diventare palpabile e visibile e il seno comincia a far male, in alcuni casi potrebbe anche cambiare forma. Voglio precisare che questo grado di contrattura avviene in una percentuale di casi bassissima, anche perchè è principalmente connessa alla scarsa qualità delle protesi.

A seconda del grado di infiammazione dei tessuti, il seno si presenta diverso: inizia a sollevarsi verso l’alto, si ovalizza, si svuota nella parte inferiore e diventa molto più duro e sensibile.

Le cause della contrattura capsulare

Nonostante le protesi vengano utilizzate ormai da decenni, non si sa ancora bene il motivo per cui queste diano luogo a un’infiammazione dei tessuti.

Sicuramente, la qualità dei materiali ha conseguenze anche sulle possibilità di contrattura. Non a caso, da quando le case produttrici hanno cominciato ad utilizzare ingredienti di migliori qualità, si è abbassata notevolmente la percentuale dei casi di contrattura capsulare.

Ci sono però altri fattori che possono determinare questa controindicazione, vediamone alcuni:

  • Intervento eseguito in anestesia locale: io prediligo sempre gli interventi di anestesia generale perchè, in questo modo, i muscoli si rilassano completamente;
  • Tornare a casa subito dopo l’intervento: specifico sempre che è meglio dormire una notte in clinica, solo in questo modo ci si può garantire un corretto recupero;
  • Iniziare fin da subito a fare sport;
  • Non assumere i farmaci prescritti;
  • Incisione diversa da quella nel solco mammario;
  • Posizionare la protesi troppo superficialmente, quindi sotto o dietro la ghiandola mammaria;
  • Un forte trauma.

Soluzioni e possibili rimedi

Quando e se si cominciasse ad avvertire il seno duro dopo la mastoplastica additiva, la prima cosa da fare è contattare il proprio chirurgo di riferimento.
La diagnosi, infatti, è quasi sempre clinica e viene accertata tramite palpazione ed ecografia mammaria o, in casi specifici, tramite ulteriori visite.

Tendenzialmente, se il seno ha un grado di contrattura molto basso, il trapianto di tessuto adiposo (lipofilling) intorno alle protesi può aiutare  ad alleviare il dolore e a contrastare la risalita della protesi. Tuttavia, se il grado di contrattura è alto, è necessario un intervento di sostituzione dell’impianto. 

In conclusione, voglio terminare questo articolo dicendo che non bisogna preoccuparsi troppo di questa controindicazione perchè, oltre a verificarsi molto raramente, se ci si affida a chirurghi competenti e se si segue alla lettera le sue indicazioni, il rischio che si verifichi è quasi nullo.

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