Mammografia e Mastoplastica Additiva

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La mastoplastica additiva non è un impedimento per la mammografia. 
Tuttavia, è necessario sapere quali sono i limiti di questo esame.

Gli esami di prevenzione per il tumore al seno sono ormai entrati nella routine di tutte le donne che abbiano superato i 40 anni. 
In effetti, l’ecografia mammaria, la mammografia e la visita senologica rappresentano gli strumenti più efficaci per verificare precocemente l’insorgenza di un carcinoma al seno.
Ma non solo: sono anche parte fondamentale delle visite messe in campo dal Servizio Sanitario Nazionale per la prevenzione del tumore al seno.

Tuttavia, quando si parla di protesi al seno è bene stabilire una discriminante. 
Se la protesi è frutto di un intervento di ricostruzione, in seguito a una mastectomia, non vi è alcun bisogno di effettuare la mammografia.
Questo perché il tessuto ghiandolare, sede di eventuali formazioni maligne, è stato completamente asportato durante l’operazione eseguita.
Sarà sufficiente eseguire annualmente l’ecografia del seno per studiare la pelle ed il tessuto adiposo rimasto.

Diversamente, nel caso della mastoplastica additiva, la mammografia continua a essere uno strumento decisivo per prevenire eventuali tumori. 

Mammografia con protesi al seno

Come abbiamo visto, avere delle protesi mammarie non significa dover rinunciare alla prevenzione al seno. 

Le protesi non rappresentano mai alcun impedimento durante un’ecografia od una mammografia.

L’impianto, infatti, non può ridurre la visibilità del tessuto ghiandolare, tuttavia in alcuni casi si raccomanda di effettuare, su indicazione del radiologo o del senologo, una risonanza magnetica per una più completa diagnosi.

C’è anche da dire, però, che questa procedura è quella più utilizzata in campo medico perché, a prescindere dalla presenza delle protesi, la risonanza e l’ecografia rimangono gli esami più veritieri.

Ancora di più dopo una mastoplastica additiva, dunque, la risonanza magnetica rimane il miglior metodo di indagine.

Come si esegue la mammografia con le protesi?

In caso di protesi al seno, è sempre meglio rivolgersi a centri qualificati e comunicare questo dato al tecnico che effettuerà l’esame.

Per eseguire una corretta mammografia in presenza di protesi al seno, infatti, il tecnico dovrà ricorrere alla cosiddetta “Manovra di Eklund”.

Questa permette di spostare la protesi in modo che non possa nascondere porzioni del tessuto ghiandolare. Inoltre, con questo metodo è possibile eseguire più proiezioni, in modo da poter osservare tutta l’area interessata.

La mammografia fa male?

Molte pazienti mi chiedono se la mammografia eseguita dopo un intervento di mastoplastica additiva faccia più male di quello eseguito senza le protesi.

In realtà, il fastidio provato durante l’esame, che una paziente abbia o meno le protesi, è lo stesso.

Ci sono però molte variabili da tenere in considerazione, tra cui 

  • La dimensione del seno e dell’impianto;
  • La pressione esercitata dal tecnico;
  • La bravura e la delicatezza del radiologo;
  • L’eventuale concomitanza del ciclo mestruale.

Vorrei comunque concludere questo articolo rassicurandovi. Molte pazienti sono preoccupate da questo aspetto così delicato qual è la prevenzione, ma ci tengo a sottolineare che nessuna visita medica che riguarda il seno preclude la possibilità di sottoporsi a controlli sporadici o periodici.

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